Anche se la distribuzione è stata finora limitata ai canali
digitali, Duepercento è stato letto e recensito da diversi blogger. A loro,
oltre l’ovvio e doveroso ringraziamento da parte di autore ed editore, va anche
il dubbio ‘onore di essere citati in questa sede, non prima di avere indicato
l’indirizzo del loro blog e l’invito a visitarlo.
Cominciamo dunque con Annarita Faggioni, scrittrice,
giornalista nonché animatrice e titolare de Il piacere di scrivere, un
punto di ritrovo per “chi ama la
letteratura e la scrittura da punti di vista differenti.”
“Duepercento" non
poteva trovare critico peggiore: mai letto un thriller, per il pregiudizio
che questi testi generalmente non abbiano una forte introspezione psicologica e
si basino molto su stereotipi presi da
telefilm o da fatti di cronaca. Ho dovuto cambiare idea! Il testo si apre in maniera fintamente
banale: ci presenta un classico imbranato (questa volta laureato in Biologia, non a Lettere e
Cultura del territorio) alle prese con l'ennesimo colloquio di lavoro fallito
presso una grande agenzia e
un nuovo inizio in un McDonald's. "Duepercento" sarà per il nostro imbranato, intento a
manipolare la vita di uno scrittore di fantasy più ingenuo di lui fino all'idiozia, un modo
per scoprire la propria aspirazione alle soglie dei 40 anni (come spesso accade a molti di noi
tra un precariato e l'altro). Per il lettore, questo viaggio coinvolgente porta a riflettere su
quanto facilmente diffondiamo i nostri dati sensibili, quanto le strategie pubblicitarie e di
marketing ci rendano tutti identici, quanto cacciatori, Rising Star e Lear
& Bug (figure di contorno
del romanzo) siano in realtà la trasposizione letteraria delle nostre sofferenze e dei
nostri comportamenti quando perdiamo l'identità in favore di un must indistinto (chi ha
detto che "dobbiamo apparire" a tutti i costi?).
Lo stile presenta
numerosissimi dettagli, spesso inutili, nonostante la chiarezza espositiva. In
realtà, è l'unica cosa
che si potrebbe criticare negativamente di questo e-book, a voler essere
puntigliosi per forza.
Infatti, i punti di vista dei vari personaggi sono giustapposti in base alla
situazione
contingente: un utile stratagemma che consente al lettore di non perdere mai il
filo e
di avere un quadro di
insieme senza confondersi con un periodaRe troppo complesso ed ampolloso: una penna
asciutta per scelta, non scarna né priva di immagini proprie (come accade spesso di
leggere ultimamente...). Siete Determinati o Indeterminati? Dipende dalla vostra percentuale:
arrivati al 2% non avrete più scampo.”
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