"È una delle eventualità più bizzarre e stranianti che
possono capitare a chi scrive qualcosa che poi viene sottoposto, per qualche
motivo, all’attenzione di un pubblico sconosciuto: ritrovarsi di fronte a
un’analisi di gran lunga più precisa e circostanziata di quella che l’autore
stesso avrebbe mai sperato di potere elaborare.
Ecco quello che mi è capitato leggendo la recensione/segnalazione
dello scrittore Bruno Elpis all’interno del sito Malgradopoi.it."
Luigi Lo Forti
Duepercento di Luigi Lo Forti è un intreccio sui generis tra fantasy
e spy-story, con qualche interessante spunto di riflessione: il tutto imbastito
dal sarcasmo dell’autore e dal suo gusto per la descrizione di situazioni sia
normali sia assurde.
Duepercento si sviluppa come una contesa “politicamente ora corretta, ora
scorretta” tra:
- due personaggi in cerca d’autore, oltre che di occupazione: Marco,
precario senza identità professionale ed esistenziale, e Federica,
super-laureata masterizzata (in senso universitario, non informatico) rampante
e ambiziosa;
- due agenzie rivali, che cercano personale: la Leir & Bag e la
Rising Star, diverse per standing e risorse; la prima assolda Marco con uno
stipendio modesto, la seconda si accaparra Federica garantendole un’ottima
retribuzione accessoriata di rimborsi spese e fringe benefit;
- due coppie di manager delle agenzie: Raffaele e la “donna dagli
occhi belli” per la Leir, Adam e Syria per la Rising;
- due cacciatori (pronuncia sicari) con i rispettivi mentori,
incaricati con regolare contratto di eliminare un bersaglio umano, rispettando
comunque una deontologia stralunata che impone regole e correttezza.
Oggetto della contesa? Udite, udite: il destino dell’umanità, che
sembra dipendere dal livello di determinazione o prevedibilità della vita
di Alessandro, un personaggio qualunque, libraio sull’orlo del fallimento,
aspirante scrittore, eternamente indeciso nei confronti della donna della quale
è innamorato.
Le strategie di Marco e Federica nei confronti di Alessandro sono
opposte. Marco è stato incaricato di preservare l’indeterminazione della vita
di Alessandro, mentre Federica combatte per indirizzarlo verso un futuro
strutturato: chiudere la libreria, rinunciare al sogno di affermarsi come
scrittore, sposare la fidanzata Alessandra e finire a lavorare nell’azienda del
suocero. Il tutto, cercando di salvaguardare l’integrità fisica dell’ignaro
Alessandro, costantemente minacciato dai tentativi omicidi dei sicari.
Le fasi alterne della sfida tra i due neo-occupati sono quantificate
da una percentuale che appare sul display dell’orologio assegnato a Marco e del
Blackberry di Federica. La contesa finirà quando la percentuale di
indeterminazione scenderà sotto il 2% (vittoria per Federica) ovvero salirà
sopra il 15% (vittoria di Marco).
La vicenda è evidentemente surreale, ma la conclusione della storia
lo è ancor di più.
Che ne dite: interessante, vero? Quanto meno anticonvenzionale …
Consigliato a chi crede che “un’equazione a più variabili applicata
alla vita di un essere umano permette di prevederne il comportamento e le
decisioni.” Ma anche a chi non ci crede.
Ottimo libro, avvincente e interessante. Il lettore, incatenato alla trama, si sorprende del finale. Un ottimo dono da farsi e da fare agli amici!
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