L’uomo è realmente libero nelle sue decisioni? La domanda
non è certo nuova, evidentemente, ma questa volta c’è chi ha la riposta. È
Raphael, l’enigmatico capo della Leir & Bag, che spiega a Marco che le due
agenzie, nel corso della loro lunga (molto lunga…) attività, hanno messo a
punto un sistema che sa collegare e incrociare i dati provenienti dai server di
tutto il mondo, da quelli che registrano le transazioni delle carte di credito
e di debito alle comuni tessere fedeltà dei supermercati, passando per gli
abbonamenti ferroviari e le immagini riprese dalle telecamere ambientali. Utilizzando
una serie di tecnologie estremamente avanzate e applicando un algoritmo tanto
complesso quanto antico, il sistema è in grado di prevedere il comportamento di
chiunque con un’approssimazione teorica minima del 2%. In alcuni rari casi,
però, l’indice schizza verso valori più alti e, una volta superato il 15%, il
suo trend diventa irreversibile: da quel momento, il soggetto sfugge al sistema e diventa un Indeterminato. non
sarà più possibile abbassare l’indice.
“Vede, caro Marco” cominciò a spiegare
l’uomo, senza alzare il suo sguardo dalla tazza e cominciando a mescolare il
nero liquido che essa conteneva, “per prevedere qualunque evento, il problema
non è sapere leggere il futuro: quello, ormai, non lo sa fare quasi nessuno.”
Marco registrò e archivio l’ ‘ormai’ e il
‘quasi’.
“No” riprese l’uomo, smettendo di muovere il
cucchiaino e osservando il vortice che si era creato nel caffè. “Il problema è
conoscere il passato.”
“Quindi, lei mi sta dicendo, se voglio
scoprire cosa mangerà domani una persona, devo conoscere quello che ha mangiato
ieri?”
“È un po’ più complicato di così, Marco”
rispose sorridendo l’altro, senza scomporsi. “Guardi qui” disse, mentre con la
mano destra sollevava il bricco e cominciava a versare il latte lentamente.
“Lei pensa che io potrei mai prevedere esattamente che tipo di disegni può
descrivere il latte appena versato all’interno di questa tazza?”
Marco si affacciò sulla tazza, osservando le
volute del liquido più chiaro allargarsi, deformarsi e trasformarsi in figure
continuamente cangianti, come nuvole chiare su un cielo notturno.
“Direi proprio di no” rispose, perplesso.
“No, infatti” assentì l’altro. “Nessuno lo
potrebbe prevedere, certamente. Direbbe però che queste figure sono frutto del
caso?”
“Beh… no. Credo che dipendano dalla densità
dei due liquidi, del caffè e del latte, intendo, dalla velocità di rotazione
impartita al caffè dal cucchiaino, dalla presenza di molecole di zucchero
all’interno della tazza e della loro disposizione… anche dalla ceramica della
tazza e dalla polvere che potrebbe essersi posata al suo interno, penso.”
“Molto bene.” Raffaele sorrise. “Se lei
conoscesse tutti questi parametri, sarebbe in grado di prevedere il modo in cui
si diffonderà il latte dentro il caffè?”
“Teoricamente, penso di sì” concesse Marco.
“Ottimo!” esclamò. “Adesso, immagini di
possedere strumenti in grado di misurare tutte le variabili, con un grado di
imprecisione del tutto trascurabile in funzione della grandezza del sistema
generale. Poi, immagini di possedere un computer talmente potente da calcolare
le loro interazioni, fino all’ultima: non potrebbe ragionevolmente sperare di
ottenere una formula, per quanto complessa, in grado di descrivere queste
benedette figure?” concluse, indicando con il cucchiaino la superficie del
caffè macchiato dentro la tazza.”
“Va bene: in linea teorica, tutto quello che
mi ha detto è ragionevole, se vogliamo usare questo termine, un po’ fuori
luogo” disse Marco. “Capisco anche dove vuole andare a parare: lei vuole farmi
credere che se conosco un numero sufficiente di informazioni su di una persona,
posso descrivere lo stato in cui si trova in un dato momento e cosa potrebbe
fare a seconda della situazione in cui si viene a trovare. Non mi vorrà però
dire che un latte e caffè è paragonabile alla vita di un uomo! E anche se lo
fosse” aggiunse, rendendosi conto che la sua obiezione non aveva trovato grande
presa presso il suo interlocutore, “non è possibile conoscere con precisione
assoluta tutti i fattori che la influenzano. E in ogni caso” concluse, sempre
più scorato dall’imperturbabilità dell’altro, “se anche fosse possibile, non
esiste un computer così potente da prevedere con precisione assoluta i suoi
sviluppi futuri.”
“Oh, ma certo che non esiste un computer del
genere!” esclamò l’uomo che si faceva chiamare Raffaele, con aria sinceramente
stupita. Marco non fece a tempo a sentirsi sollevato da quell’ammissione.
“Quello che usiamo noi, riesce a prevederli
solo con un margine di errore del 2%.”
Nessun commento:
Posta un commento